LA MIA QUARANTENA
una resilienza propositiva
Un incubo, tutto così all’improvviso, perché, come sempre non ci poniamo mai il problema che possa accadere anche a noi e pensiamo sempre di essere in salvo.
Questa volta no, il problema è di tutti, una minaccia globale e di conseguenza ne dobbiamo fare i conti pure in prima persona.
Come si può aver già intuito, sto parlando degli ultimi due mesi della mia/nostra esistenza, tutto è cambiato e cambierà, dall’arrivo del famigerato Covid-19 nelle nostre vite.
E’ dal 12 Marzo che tutto ha avuto inizio per me. Sospensione dei lavori, situazione surreale, sembrava di vivere un incubo ad occhi aperti.
In me saliva sempre di più la paura e l’angoscia per questo nemico invisibile che dovevamo e dovremmo combattere.
Paura di non sapere che cosa possa accadere, timore per il nostro futuro.
I primi giorni a casa sono stati vissuti con uno stato d’ansia che mai avevo avuto in passato, ogni sera alle 18 il bollettino quotidiano della protezione civile ad aumentare ancor di più i pensieri negativi.
Tutto questo fino a quando, contattato da Stefano, organizziamo una chiamata di gruppo con altri amici per parlare a ruota libera della situazione che stavamo vivendo, ognuno poteva esprimere il proprio pensiero senza essere giudicato. Grazie a questo confronto ho cominciato a ragionare in maniera differente, accettare mentalmente le rigide regole imposte e anzi vedere questo lungo periodo da affrontare come una opportunità.
Avere la possibilità di vivere i primi mesi di vita del mio primo figlio, Noah, in maniera così costante e profonda è un privilegio raro, grazie a questo periodo di “esilio” ho avuto questa inaspettata grazia, senza la quale mi sarei sicuramente perso momenti che mai più torneranno.
Poter aiutare la mia compagna in questa nuova fase di vita, altra cosa che non potrei aver fatto.
Oltre alle chiamate di gruppo, ci siamo posti delle domande molto importanti che ci hanno fatto riflettere soprattutto in ottica futura; il Covid-19 potrà essere motivo di crescita per chi non starà a piangersi addosso ma bensì con spirito innovativo si metterà in gioco per un futuro migliore.
Ed è proprio da questa idea di innovazione/ mettersi in gioco che attraverso un percorso di smart working, con Stefano team leader, insieme a Nicola ci siamo rimessi in discussione e abbiamo rinnovato le idee cardine della nostra azienda, proiettandosi verso il futuro senza più essere ancorati al secolo scorso, il “900”, ci siamo posti questi obiettivi:
- Uscire dalla comfort zone
- Diventare pragmatici
- Smart
- Efficaci senza tanti ricami
Uno “switch” mentale non di poco conto, ma inevitabile se si vuole crescere e spezzare le catene con il passato.
Abbiamo svolto un grande lavoro, ci siamo messi in gioco e abbiamo reso la quarantena la più preziosa delle risorse che si potesse avere in questo momento storico, passando da una visione completamente negativa del momento ad una grande opportunità personale e di gruppo.
Sono molto soddisfatto del percorso fatto, sicuramente il periodo passato rimarrà per me come pietra miliare per un’ulteriore crescita sia dal punto umano che professionale, con un approccio aperto e consapevole e citando il nostro amico Sergio: “Quello che mi ha portato fino qui, non mi porterà molto oltre”, per tanto avanti tutta è solo l’inizio.
Eros Grandin